Lo squarcio di un manifesto, nelle opere di Longo, equivale allo strappo in un sipario: tutto in lui è vita, ancora prima di essere arte. È la rappresentazione di soggetti che ci pare di poter animare attraverso le fessure delle loro anime, attraverso quel piccolo spiraglio, la serratura della vita dalla quale nasce l’appropriazione dell’immagine. L’artista non aggiunge nulla alla realtà. Non la rappresenta come dovrebbe essere, ma si limita a presentarla per come essa è. Si apre così 'uno squarcio di vita', per dirla come il Prologo de I Pagliacci di Leoncavallo. Uno squarcio nel sipario dal quale cominciamo a sbirciare. Sono ormai venti anni che il maestro torinese sperimenta una tecnica che lo porta a essere riconosciuto come l’erede del più rappresentativo della tecnica del décollage di Mimmo Rotella. Antonio Longo, però, è come se ampliasse la tavolozza della pop art, ne ricostruisce i significati più intimi e, allo stesso tempo, si eleva ad artista universale senza porre limite ai soggetti scelti per i suoi strappi. L’artista racconta una nuova generazione, dove il manifesto non rappresenta solo la comunicazione e l’omologazione, ma anche il gusto e il senso estetico. È un gesto istintivo, spesso costruito con equilibrio di cromie che riaffiorano dagli spazi lacerati dei manifesti. Utilizza un processo inverso a quello del collage, speculare rispetto al papier collé: in quello che è soprannominato papier decollé. Infatti, invece di aggiungere materia, l’artista toglie del materiale producendo alcuni strappi nel manifesto: il décollage.
PARMA. A grande richiesta, Antonio Longo torna alla Galleria Art&Co di Parma, in borgo Palmia 4/B, venerdì 12 novembre 2021, dalle ore 18:30, per realizzare un décollage dal vivo. Gli artisti non amano mostrare la tecnica utilizzata che porta alla realizzazione finale della propria opera. Eppure, Simone Viola e Tiziano Giurin, titolari delle gallerie Art&Co di Parma, Milano e Lecce, dopo [...]