Sull’inaugurazione del Teatro si favoleggiò per anni. Fin dalla prima serata, infatti, uno stuolo di cavalieri d’ogni età affollò il parterre del piccolo gioiello pubblico in rigoroso abito scuro da sera; ai cavalieri facevano da contrappunto numerose dame, dai vestititi leggiadri, fantasiosi e perfino scollati; dame, dagli sguardi ancor più luminosi di gioielli, ricami e lustrini. Tanto ben di Dio, mentre i soci del Teatro e le loro famiglie erano andati a stiparsi ordinatamente negli angusti box del primo e del secondo ordine di palchi; e mentre l’altra folla, quella meno abbiente, quella ( si fa per dire) più anonima, s’accontentava d’allungare il collo dall’alto del semioscuro loggione, vociando, indicando, commentando. All’esterno del manufatto, le strade deserte e umide dell’autunno incipiente erano state illuminate ‘a giorno’ dalla Società Elettrica Val Marecchia; mentre, sui binari della stazione il ‘trenino’ era stato lasciato sbuffare, nella paziente attesa dell’ora di (ri)partenza, tra continue e nauseabonde nuvole di vapore.
ALTA VALMARECCHIA. Fu nel 1925 che, a Mercatino Marecchia, venne inaugurato il nuovo Teatro Sociale; mentre, sempre negli anni Venti, altri importanti ‘uffici pubblici ’ vennero trasferiti dalle loro remote sedi amministrative nazionali e regionali nel nuovo Comune: Pretura, Ufficio distrettuale delle Imposte dirette e del Catasto, Ufficio del Registro e [...]