Un artista (inizialmente) attratto dal neorealismo, trascorso poi con sofferenza, e ( in seguito) arricchito da numerosi altri interessi: verso Kafka, ad esempio, per la parte letteraria; ma anche verso i ragazzi del Portonaccio, per la parte pittorica, con i De Pisis, Morandi, Vespignani; e, andando a ritroso nel tempo, verso il concittadino Guido Cagnacci, capace ( per lui) come pochi altri di dipingere con magistrale naturalezza “ fiori a cespo entro il collo del fiascone scocciato e spagliato”. Sul personaggio Moroni s’è cimentato con grande acume Luca Cesari, che è anche l’autore della prefazione di ‘Ricordi e amnesie’, un testo poco noto al pubblico, uscito nel maggio 1999, ma indispensabile per una approfondita conoscenza dell’artista santarcangiolese. In ‘Ricordi e amnesie’, avverte Luca Cesari, Moroni “ha tirato fuori di dentro” tutto quello che, nella vita, gli è stato più caro: da Armstrong allo spiritello Gni, al giardino di Bob. Affetti capaci di raccontare “ in modo giocondo ed arguto, la sua amicizia per gli uomini e per gli oggetti”. Il tutto tramite episodi, aneddoti, boutades, confessioni, ritratti.
SANTARCANGELO DI ROMAGNA. Federico Moroni, santarcangiolese, è un maestro del colore della Romagna del Dopoguerra. Un artista (inizialmente) attratto dal neorealismo, trascorso poi con sofferenza, e ( in seguito) arricchito da numerosi altri interessi: verso Kafka, ad esempio, per la parte letteraria; ma anche verso i ragazzi del Portonaccio, per [...]