Il dissesto idrogeologico deve essere contrastato, innanzitutto, mantenendo ed incrementando la funzionalità dei bacini imbriferi , quali ambiti naturali di raccolta delle acque, nonchè salvaguardando e migliorando la struttura dei popolamenti forestali esistenti , aumentandone la consistenza dove necessario. Si propone , allora , che la Regione si faccia carico di un Piano di risanamento idrogeologico per la ristrutturazione delle entità forestali ed arbustive in particolare lungo le fasce ripariali dei corsi d’ acqua , integrata con la realizzazione di opere di laminazione delle piene integrate agli ecosistemi nonché di un’ adeguata rete di opere di regimazione idraulica e consolidamento dei versanti, secondo le tecniche d’ ingegneria naturalistica Occorre che su questi obiettivi si attivino adeguati fonti di finanziamento reperibili anche dai Fondi europei del Next Generation avvalendosi, Regione e Comuni, della collaborazione degli Enti sovraordinati , in primis l’ Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e protezione civile , alla quale occorrerebbe riportare le competenze del Vincolo idrogeologico ( RDL 3267 / 1923 ) , quale Ente che ha capacità attuative per la sua conoscenza del territorio e dei suoi corsi d’acqua e per la capacità tecnica di intervento.
( Riceviamo e pubblichiamo).Emilia Romagna. Fabbisogno idrico. A chi invoca la costruzione di nuovi invasi occorre rispondere che è primariamente necessaria l’applicazione delle norme del vigente Piano di tutela delle acque (PTA) di cui a delibera di Assemblea regionale n° 40 del 21-12-2005, che prevedono il prioritario raggiungimento dell’obiettivo di [...]