Menzani ha ricordato che ci si era proposti di censire tutte le Case del popolo della Romagna, obiettivo non semplice vista la frammentarietà delle fonti in circa un secolo e mezzo di storia, ovvero dalle prime esperienze tardo-ottocentesche ad oggi. Ma l’impegno profuso ha consentito di raggiungere lo scopo prefissato e la ricerca ha permesso di individuare 570 esperienze di case del popolo, nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, storicamente legate alle culture politiche repubblicana, socialista e comunista, in misura minore anche anarchica e cattolica, e in verità, in moltissimi casi, aperte e plurali ai diversi orientamenti, cooperative di comunità, di tutti. Si tratta di una fitta rete che rimanda non solo alla militanza politica, ma ancor più all’aggregazione sociale e alla produzione culturale del territorio, e che quindi rappresenta un tassello fondamentale della tradizione romagnola. Menzani ha illustrato anche una ricca elaborazione statistica e ha annunciato, per l’inizio del 2020, l’uscita di un libro che per la prima volta offrirà una narrazione corale del fenomeno, tra l’altro supportata da dati quantitativi. A seguire, si è avuta una tavola rotonda moderata dal giornalista Nevio Casadio con la partecipazione di Renato Lelli, responsabile territoriale dell’Agci di Forlì-Cesena-Rimini, Mario Mazzotti, presidente di Legacoop Romagna, ed Everardo Minardi, sociologo e vicepresidente del Circolo cooperatori.
CESENA. Il 16 dicembre, presso il Municipio, sono stati presentati gli esiti conclusivi della ricerca storica sulle Case del popolo, promossa dal Circolo cooperatori. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Enzo Lattuca, la parola è passata a Tito Menzani, docente di Storia economica all’Università di Bologna e curatore scientifico del [...]