Nel calcio hanno annunciato una Superlega che vorrebbe mettere nell'angolo Uefa, Fifa, Leghe maggiori e minori d'Europa. Al vertice ci sarebbe il neo Paperon de Paperoni Florentino Perez presidente Real, e il nostro Andrea Agnelli, dimessosi dall'Eca e ora vice presidente della (non meglio precisata) creatura calcistica europea. Al fondo del barile ci sono ( manco a dirlo) i danari, quei danari che ( un tempo) hanno mandato sulla 'croce' il Figlio di Dio ma che ( ora) stanno diventando 'croce e delizia ' di uno sport che s'insinua fin dalla tenera età nel cuore della gente. Più e più volte , dal nostro angolo di visuale, appartato e silente, c'è capitato di ribadire che non è sul tasto danaro che occorrerebbe premere per garantire presente e futuro a questo sport, oggi (ancora) alle stelle, e domani ( chissà ) se nelle stalle. E questo ripetiamo perchè, in fondo, chi altri se non il cuore spinge ( fin da imberbi) davanti ad un televisore, o a palpare uno di quei marchingegni mediatici moderni, o a sorbire intemperie sugli spalti di uno stadio ( da noi anche vetusti ) o dietro la rete sbilenca d'un campetto di periferia? Già, chi altri? Quando si sentono gli sciacquii di quegli squali squaletti ( troppo spesso incensati) che tutto mostrano fuorchè 'misura', francamente, ci preoccupiamo. E non poco. Qui i ' realisti' si fan beffa dei 'romantici'. Il calcio ( odierno) è null'altro che industria, dicono, e non senza fondamento. Ma quando Andrea Agnelli vede i suoi figli sostar davanti ad una partita un quarto d'ora o poco più, invece di fantasticare Superleghe non sarebbe meglio che approfondisse il perchè i suoi ragazzi scappino altrove? L'orribile telenovela alla quale costringono il Gigio, ad esempio, quali danni sta regalando al cuore di un calcio che non sa palpitar solo per danari? In fondo, che non stia tutta qui, nel non trovare giusta 'misura', l'avvento della 'crisi'? Quelli ( disperati) della Superlega sognano di moltiplicare introiti. Quelli ( insignificanti) della Uefa ( Fifa ecc.) di mantenere uno status quo che ha portato al vertice del calcio planetario club di Stato, o simili, e che a noi, poveracci, scompigliati come siamo, non basterebbe l'intervento della Cassa depositi e prestiti per scalzarli. Qual futuro, allora: qui o là? La prossima sarà un Champions del deserto. Con due protagonisti e due comparse. Tra i protagonisti sta il City. Il fenomeno City. All'origine del quale c'è un progetto: rendere concorrenziale la capitale Abu Dhabi rispetto alla più celebre Dubai. Tutto legittimo, ma che centra questo con il nostro calcio, con la nostra Europa? Che ci frega? Sogni loro, del deserto, materia inoltre per Amnesty International, e che portano in dono a noi? Luci, ombre e una certezza - chiude l'infausta edizione della 'rosea' - : perchè il Manchester City ( sbarcato nel frattempo anche in Francia con l'acquisto del Troyes, candidato alla promozione in Ligue 1) non è solo una squadra di calcio. Ma molto, molto di più. Forse, non è per questo 'di più' che, dividendoci, svendendo qua e là, gli stiam spalancando porte e finestre?
LA CRONACA DAL DIVANO. ( Dal 16 al 24 aprile) Ne succedono di tutti i colori. Nel calcio, ad esempio, hanno annunciato una Superlega che vorrebbe mettere nell’angolo Uefa, Fifa, Leghe maggiori e minori d’Europa. Al vertice ci sarebbe il neo Paperon de Paperoni Florentino Perez presidente Real, e il nostro Andrea [...]