E mentre Celestino Vietti, zitto zitto, in Moto2, ci ha ricordato il valore di una scuola che tra le invidie del mondo continua a produrre campioni, la giornata trascorsa sul bel circuito dell'amena Cataluna, ci ha invece confezionato una vera ( ingenerosa ) ecatombe dei nostri, tra Moto3 e Moto Gp. Sfiga azzurra da non credere. Foggia in testa nella Moto3 stoppato dal ( inusuale) calo della catena, e il Pecco nella Moto Gp travolto in fase d'avvio da uno sciagurato del Sol Levante che più che pensare a correre ama disarcionare gli altri, con danni non da poco, e non solo per lo spettacolo, sempre e comunque alto, ma per le sorti di una contesa che così protetta dalla buona sorte non offre l'esatta idea delle forze contrapposte. Sì, perchè, pur plaudendo alla straordinaria vena motoria dell'erede dei Quartarari, un Pecco in gara avrebbe ( di certo) offerto ben altro spettacolo, e ( forse) ben altro esito, se mal non ci sovviene quanto accaduto ( di recente ) al Mugello. Ma tant'è, perchè nella vita come nello sport se gli dei si dilettano con le beghe loro per gli umani, anche quelli più meritevoli, diventa imprevedibile ogni ragionevole soddisfazione. Diciamo pure che, a questo punto, per l'erede dei Quartarari la riconferma del titolo iridato se non è cosa fatta quasi lo è. Un peccato, metterla così, perchè lo straordinario agone sportivo offerto dalle moto da corsa, senz'altro tra i due o tre ( al momento) più invitanti al mondo, chissà quali altre entusiasmanti pagine avrebbe potuto scrivere per noi e per i posteri? Quella che tutti chiamavano Nazionale altro non era per noi dal divano che una Compagnia di ventura agli ordini di Mancio da Jesi, capitano di ventura visionario e cattivo, ma che dell'arte della guerra col pallone in campo non è secondo a nessuno. La sua Compagnia all'Europeo ha meravigliato il mondo, sverniciando tra l'altro quanti vengono fatti passare per imbattibili gentleman quando non solo non sanno vincere ma neppure perdere. Purtroppo come tutte le Compagnie di ventura basta che la sorte e la condizione del capitano volgano altrove, per vedere svanire in un sol colpo l'ammirevole prodigio. Il Mancio, infatti, a ferita aperta, avrebbe voluto trasferirsi altrove, tanto più che a proteggere una Nazionale sì carica di gloria ( da troppi anni ) non c'è proprio nessuno. Ben per noi che ci abbia ripensato riprendendo a rinserrare le file. Rinvigorite da gambe nuove, quasi imberbi, e purtuttavia le uniche adatte a rigenerare speranza. E se gli italioti d'Argentina si sono fatti in quattro per far vedere che sono più bravi di nonni e padri loro, agli Alemanni non è riuscito altrettanto. Il pari ( 1-1) confezionato in Nation League contro di loro non è cosa da disprezzare, nonostante quel che vaticina il tale da Miami, anche perchè con sei debuttanti quanti potrebbero essere i tecnici che rimetterebbero i lor piedi in campo? Soli e soletti, visto che a proteggere le spalle da ( nuova, possibile ) tempesta chi ci sarebbe? A proposito di nessuno, chissà qual gioia avranno monsieur de La Palice o il nostro Catalano nel constatare quanti meravigliosi eredi contano sulla faccia della terra, come quel tal Gravina, presidente Figc, così di gran peso in ambito continentale da vedersi sghignazzare in faccia senza pudore il buon Ceferin alla ( sua, nostra ) richiesta di ( eventuale) Europeo all'Italia. Infatti sull'esclusione dell'Italia dal ridicolo campionato natalizio nel deserto il Presidente scopre l'acqua calda: ' Inutile pensare a ripescaggi, abbiamo perso e siamo fuori'. Che abbiamo perso lo sappiamo, che siam fuori anche, quel che non capiamo se è come una nazionale con quattro stelle e attuale campione d'Europa sia stata trattata per la seconda volta di fila men della serva di Zoffoli per un torneo dove, stando a titoli e dati, avrebbe dovuto essere la favorita . Non sarà perchè nessuno lo fischia ? Nè Fifa, nè Uefa; nè quel simpaticone del sor Marotta; nè l'abbronzato vate di Miami; nè giocatori e giocatorini ( con squali al tergo) dai piè veloci spendaccioni attratti? Tra i quali ne prendiamo uno a caso. Certo De Ligth, tulipano, che si permette di far le bucce sul rinnovo con la Signora, dicasi la Signora di un calcio che sui libri riempie più pagine d'altri, in attesa di aggiungerne delle nuove. Che sono in bozza. Sbotta il tulipano: ' Valuterò l'offerta, anche perchè, io, cerco sempre di far qual che è di meglio per me'. Un altro buon erede di La Palice? E sulla cui saggezza sorvoliamo, visto che uno che pensa solo per sè non si capisce come possa dare il meglio per gli altri. Epperò non è ora che giocatori e giocatorini, con tanto di squali al tergo, tornino a nuotare nelle acque loro ? Non facendoci perdere tempo, anche perchè di certi soggetti passati a miglior stipendio che resterà a breve?
LA CRONACA DAL DIVANO. ( dal 4 al 6 giugno 2022). E mentre Celestino Vietti, zitto zitto, in Moto2, ci ha ricordato il valore di una scuola che tra le invidie del mondo continua a produrre campioni, la giornata trascorsa sul bel circuito dell’amena Cataluna, ci ha invece confezionato una vera ( ingenerosa ) [...]