Tonino Guerra, poeta, scrittore e sceneggiatore di fama internazionale, è nato il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna, dove è scomparso il 21 marzo 2012. Vissuto per trent’anni a Roma, con lunghe soste in Russia, divenuta sua seconda patria, alla fine degli anni ’80 si è trasferito a Pennabilli, dove era solito trascorrere lunghi periodi estivi e nella quale è sepolto. Figlio di genitori contadini (alla madre analfabeta insegnerà a scrivere), durante la Seconda guerra mondiale viene deportato in Germania e rinchiuso in un campo d’internamento dove inizia a comporre i primi versi in lingua romagnola. Nell’immediato dopoguerra pubblica la sua prima raccolta di poesie in dialetto, I scarabócc. A questa ne seguono altre, fra le quali I bu (1972. Pubblica cinquanta libri fra racconti e poesie, vincendo numerosi premi: il Pirandello, il Pasolini, il Gozzano, il Nonino, il Carducci e il Comisso. Dai primi anni ’50 si è dedicato alla sceneggiatura e ha scritto per i più grandi registi dell’epoca,compresi Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, i fratelli Taviani, Elio Petri, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Theo Anghelopulos e Andrej Tarkovskij. Oltre 120 i film da lui sceneggiati, da L’avventura di Antonioni ad Amarcord di Fellini, vincitore del premio Oscar. Ma alla Romagna, come documenta la mostra, il Maestro santarcangiolese ha dato qualcosa di più: un segno tangibile del suo passaggio.
FAENZA. In relazione a quanto riportato nel DCPM del 1 marzo 2020, all’ articolo 2 paragrafo f), allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus SARS-COV2-2019/2020: “apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e [...]