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Non solo sport. 2023: speriamo che sia (più) buono! Torna il virus cinese? ‘O’ rei’ nell’Olimpo degli eterni.

Non solo sport. 2023: speriamo che sia (più) buono! Torna il virus cinese? ‘O’ rei’ nell’Olimpo degli eterni. E mentre l'insana guerra sul suolo d'Europa continua ( non si sa perchè) ad ammazzare uomini, donne bambini e a distruggere anni di lavoro e sacrifici, c'è il ritorno del Covid. Sempre spedito dalla Cina al resto del Mondo, ma visto che questa è la seconda volta diventa ovvio chiedersi se quelli ' lo fanno e ce lo mandano' ? Con tanto di piagnucolosa messinscena, si sa, perchè a passare da ' brutti e cattivi' non ci stanno manco i compagni di merenda dei criminali più incalliti della storia antica e recente del Pianeta. Qui speriamo che i nemici d'Europa comincino a capire che affrontare chi vuol diventare il nuovo padrone del mondo a mani nude, e in ordine sparso, non è proprio più il caso. Occhi ben aperti, dunque, anche perchè se dovessimo giudicar male siamo sempre pronti a chiedere venia mentre se dovessimo riprendere a contare morti e sgallonati ( magari ) in misura esponenziale rispetto alla prima moria chi mai ci potrà salvare dalla fine della nostra civiltà? Ci ha lasciati anche ' o' Rei', 82 anni, dopo lunga e sofferta malattia. Il mondo ( non solo del calcio) lo piange. Senza dimenticare quella domanda che lascia il tempo che trova : ' Ma è stato lui il più grande del calcio, o altri lo hanno poi superato?'. Il calcio ( moderno) conta già oltre 120 anni. Un lasso di tempo che ha visto succedersi epoche diverse. Che rendono davvero difficile far confronti, tanto le cose sono cambiate da una fase all'altra. Eppoi sentire ( tanta ) gente che fatica a coglier il presente parlare di tempi lontani di cui non solo non ha memoria ma manco l'immaginazione, vien da invocare la pazienza di Giobbe. E comunque, per non disgustare il gioco e suoi giocatori, chi altri può giudicar chi sia stato il ' più grande d'ogni tempo' se non qualcuno ( o qualcuna ) presente dall'inizio dei tempi ? Come la ‘ rappresentativa’ azzurra che, per la verità, esordì all’Arena di Milano il 15 maggio del 1910, in maglia bianca, umiliando la Francia con un 6- 2. Concessa la rivincita , sempre a Milano, e travolti gli avversari con un 9-4, si vestì ‘per l’ultima volta in maglia bianca’ visto che, l’anno dopo, contro l’Ungheria, ‘ si tingerà d’azzurro’ per omaggiare ( si disse) i colori araldici di Casa Savoia. Che dice la maglia azzurra? ' Credo che i giocatori che abbiano calcato i campi da calcio sul Pianeta li ho incontrati tutti o giù di lì. Certo che valutare soggetti avulsi dalle condizioni dal loro tempo complica un poco le cose. Posso però dire ( se questo può servire a metro di giudizio) chi tra i tanti mi ha messo in più grave ambascia. Senz'altro quel ragazzo nero che nella finale mondiale del '7o volò in cielo per girare con un colpo di testa nel angolo basso alla sinistra del nostro portiere un pallone che mi ha sbalordito. E così anche quel piccolo italo-argentino che ad Italia'90 si prese sulle spalle una squadra che portò in finale con prodigioso lancio verso un altro italo argentino lesto a depositarlo in rete. Ovviamente ho avuto il modo d'incontrare anche i più celebrati del tempo presente, con tanti trofei vinti in prestigiosi club ma abbastanza pochi nelle nazionali. Dico solo che di costoro, senza far confronti tra passato e presente, ultimi mesi esclusi, dove non c'ero, non trovo molto da citare, o meglio, da raccomandare agli Omero dei nostri giorni '.Che non se ne possa più del calciomercato a tutte le ore dell'anno è noto. Tra le pieghe chi non si sopporta più sono, oltre ai tanti sapientoni colà impiegati, tutti quei fenomeni che hanno come hobby far le pulci laddove gli hanno dato credito e companatico. Non squadre da operetta, ma Juve, Milan, Inter etc. Da qualche tempo tifiamo perchè i soggetti alla Perisic se ne vadano altrove, eppure l'elenco s'è rinfoltito. Infatti i fenomeni abilitati farla cadere dal cielo sono cresciuti a dismisura. Nel Milan, nella Juve, nell'Inter e così via. Ma a codesti nessuno spiega ( o ha spiegato) che un conto è vestire certe maglie sia pur con qualche entrata in meno e un altro è farsi imbottire di danari dove gli anni trascorrono di corsa senza lasciar segno o quasi? Per loro, dalle nostre parti, la parolina ' eterno' non la sprecherà di certo nessuno. E neppure si verseranno lacrime davanti a bandiere pronte a garrire alla bisogna. Contenti loro, contenti tutti! L' importante però è che vadano a rompere ben lontano dal nostro calcio che non solo sopravviverà ma che proprio senza di loro potrà ritrovare altre ( non mal odorose ) risorse per stare laddove Eupalla da sempre lo vuole.

  LA CRONACA DAL DIVANO.   ( dal  28 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023). E mentre l’insana  guerra sul suolo d’Europa continua ( non si sa perchè) ad ammazzare uomini, donne bambini e a distruggere anni di lavoro e sacrifici, c’è il ritorno del Covid. Sempre spedito dalla Cina al resto del Mondo, ma visto [...]

30 dicembre 2022 0 commenti

Non solo sport. Premier migliore della Serie A? Un po’ sì, un po’ no. Nell’attesa di ‘vedere’ nuovi stadi.

Non solo sport. Premier migliore della Serie A? Un po’ sì, un po’ no. Nell’attesa di ‘vedere’ nuovi stadi. Detto questo, però, non è che la tarda Serie A possa considerarsi men che l'agile Premier. Son belli loro, siam belli noi ( sia pure con qualche acciacco). Sennò, che c'è venuto a fare il plurimedagliato Cr7 in un agone come il nostro? E' rincoglionito o gli hanno detto che per ragionar di storia non c'è 'contesto ' più accreditato? Lui di storia deve intendersi, eccome, magari più e meglio del Messi da Recanati , accucciato da sempre e per sempre dentro una sola amorevole culla; o di quel genio maledetto del partenopeo Maradona, che per superare il magico Pelè s'era trasferito armi e bagagli da una grande di Spagna ad una media squadra del campionato italiano. Trasformandola d'incanto da Calimero a Cigno. E siamo belli perchè sono belli i nostri campanili che rendono infuocate e imprevedibili anche le diatribe più insignificanti. E i duelli più radicati. E i personaggi più impensati. Da noi il gioco non è una ( estenuante) cavalcata di 90/100 minuti dietro una palla, da noi il 'cencio' da strappare sotto la torre del Mangia è ben altra cosa. A volte esagerata. Ma che altrove manco immaginano. Soprattutto in Premier. E infatti mentre quando si guarda una partita loro si pensa sempre a cosa gli diano da manducare, da noi , invece, ci si scervella per immaginare qual diabolico artifizio frulli nella testa dell'uno o dell'altro dei contendenti. Perchè di ' punitio divina' si può essere sempre colpiti, quando men la si aspetta, anche per mano del più modesto in campo, tra un dettaglio e l'altro. Un articolo della 'rosea' sembra voler restituire ( giusto) valore e dignità al nostro (bistrattato) campionato. Che non ha bisogno di copiare da alcuno se non da se stesso. Ricco com'è di ' mille identità tattiche'. Che van da Sarri a Conte a Ancelotti, tre maestri del mondo del calcio ' tornati a percorrere i domestici tratturi, e che nessuno offre con la stessa ricchezza agonistica e studia con tante soluzioni. Dal calcio d'estate - sottolinea la 'rosea', che se non ci fosse bisognerebbe inventarla - arriva la conferma di una varietà tattica unica: i nostri otto top club, per esempio, usano sei sistemi diversi. Quando lo stesso sistema offre spesso interpretazioni divergenti. Ma con un comune denominatore: la voglia di ' far' gioco. Chi altri può offrire tanto? E se nessuno può, perchè ( arricchire) sempre l'orto del vicino e mai il nostro? Lo scorso anno squadre della Premier hanno fatto man bassa in Champions e in Uefa. Dopo anni. Forse per un altro ciclo ( l'ultimo successo inglese in Champions l'aveva ottenuto il Chelsea nel 2011/2012, bissando lo United del 2007/2008). Forse. C'è però da ammonire che, tra le tante altre cose, nelle 65 edizioni della Coppa dalla grandi orecchie fin qui disputate, per 27 volte in finale sono giunte squadre italiane. Praticamente un 45% ca, quasi a dire una edizione su due, percentuale che non avrebbe necessità di commento se non per ricordare a smemorati e incolti che ( in regime di libertà) si può celebrare chi, quando e come si vuole, senza però voler passare per cantori pindarici quando s'è null'altro che funzionari ( consapevoli o meno) di questo o quell' uffizio. O bacucchi, fateci quegli stadi, eppoi vedremo chi ( meglio) saprà riempire di stelle ( e di sogni) le sue maglie e chi no.

LA CRONACA DAL DIVANO. E insistono nel favoleggiare sulla ricca Premier, a lor dire il ‘ migliore campionato di calcio del Mondo’. S’ascoltano canti e peana a bizzeffe, anche se ( a dire il vero)  più che canti e peana ci sembrano entusiastici comunicati di qualche ufficio stampa di calcio e [...]

13 agosto 2019 0 commenti