È il Brasile secondo Bollani, riattraversato in scoppiettante complicità con i suoi compagni di jazz, ma anche Bollani secondo la musica brasiliana, in un inedito quanto gustoso mix di musicalità. Un'altra talentuosa creazione di mondi sonori, col ruolo da pianista che resta prepotente, mentre sbarca da un genere all'altro, dal classico al contemporaneo, dalla radio al teatro. Abituato com'è, il nostro mercurio, a farsi uno e trino, musicista ma anche attore, scrittore e conduttore. Passando dalle collaborazione con l'orchestra di Chailly, con la quale ha suonato un pianoforte a coda persino in mezzo alla favela Pereira de Silva di Rio de Janeiro (unico musicista al mondo oltre a Antonio Carlos Jobim), alle zingarate in radio con Riondino. Dai tributi per l'adorato Zappa al vaporoso surrealismo di Queneau. Musica da montagne russe, vertiginosa, pazza di allegria, inaspettata quanto un salto nel blu.
RAVENNA. A volte ritornano, e meno male, sul luogo del cuore. Lo ha (ri)fatto Stefano Bollani, estroverso genio della tastiera, di nuovo alle prese con le amate sonorità brasiliane, immesse a piene mani e molte percussioni nel suo nuovo disco Que Bom, la cui tournée in forma di concerto tocca [...]