Adler Raffaelli nacque a Forlì nel 1921 e morì sempre in città nel 2007, residente nelle case popolari di via Sillaro. Il suo ricordo è vivo in quanti lo hanno conosciuto e lo hanno avuto come insegnante, amico, collega di giornalismo o hanno potuto conoscere attraverso di lui la testimonianza della seconda guerra mondiale, dell'internamento in Germania e della deportazione nei campi di prigionia. Raccontò questa durissima esperienza in un libro intitolato “Fronte senza eroi” che ebbe diffusione riconoscimenti nazionali. Tornato dal conflitto, studiò e divenne maestro elementare, professione che svolse per tutta la vita abbinando la tecnica di insegnamento ministeriale a metodologie didattiche da lui messe a punto e focalizzate sulle caratteristiche e sulle qualità di ogni singolo alunno. Ogni settimana iniziava con l'Inno nazionale e con l'onore alla bandiera tricolore così come ogni giorno prevedeva attività di attenzione alla tradizione e al mondo rurale, dalla coltivazione dell'orto scolastico (memorabile quello del plesso 'Adone Zoli' di Predappio) fino ai canti contadini. Non mancava poi di celebrare puntualmente la 'Festa degli alberi' e di valorizzare il rapporto col territorio attraverso camminate ed escursioni. Amava la bicicletta e finché la salute lo ha permesso ha percorso abitualmente le strade di Romagna sulle due ruote. Dalla passione per la bicicletta e dall'attenzione alla storia hanno preso origine due pregevoli pubblicazioni sulle epigrafi del Risorgimento e della Resistenza...
FORLI’. Forlì ricorda il maestro Adler Raffaelli, insegnante, educatore, ex deportato, giornalista, uomo delle istituzioni e alfiere dell’impegno sociale. Nell’ambito delle iniziative per il 74° anniversario della Liberazione della Città sono infatti in programma due momenti collegati fra loro: una serata pubblica e la cerimonia di intitolazione del Parco a [...]